Altare di S.Agata

Nella prima cappella a sinistra di chi entra, si eleva l’artistico altare che accoglie dentro una cornice di pietra lavorata a motivi fogliari un dipinto su tela raffigurante il Martirio di S. Agata, realizzato nel 1813 dal pittore leccese Pasquale Grassi (1775-1817), come si rileva dall’iscrizione latina in basso alla concitata scena di aguzzini e soldati che convergono attorno al corpo martoriato della santa catanese, mentre un angelo reca le insegne del suo glorioso martirio: la corona e la palma.

L’iscrizione dice così:

inauditi Agathæ martyrii / scite imaginem reddidit / Paschalis Grassi / Gabr(iele) Marangio Parocho / an(no) MDCCCXIII

Vale a dire: Riprodusse con arte l’immagine dell’inaudito martirio di Agata Pasquale Grassi, essendo parroco Gabriele Marangio, nell’anno 1813.

Il dipinto (cm 219 x cm 149,5), di buona fattura, è ancor più esaltato dalla ricca ornamentazione dell’altare sapientemente inquadrato da due colonne tortili decorate con motivi floreali e con testine, uccelli e creaturine affioranti. Altre due creature che reggono ghirlande floreali decorano le basi delle colonne e tre putti a tutto tondo animano i basamenti tra la mensa bombata con volute laterali. Ancora puttini ai lati dell’altare e su due volute le statuette dell’Immacolata a sinistra attribuibile a Mauro Manieri e di S. Rita a destra.

Angeli interi o soltanto teste d’angelo sia sotto che sopra la tela fiancheggiano scudetti centrali, dove in quello superiore si legge:

Manu(s) sua(s) aperuit / inopi, et palmas suas / extendit ad pauperem

in italiano: Aprì le sue mani al misero e i suoi palmi protese al povero.

Sopra la cornice rabescata, ancora due angeli affiancano una tela mistilinea (cm 90 x cm 110) circondata da cornice con foglie d’acanto e raffigurante l’Adorazione dei pastori, attribuita al pennello di Serafino Elmo.

Altri angeli decorano i piedistalli delle statue laterali raffiguranti S. Ignazio di Loyola che regge un libro con il motto Ad maiore(m) Dei gloria(m) (A maggior gloria di Dio) e S. Francesco Saverio, rispettivamente a sinistra e a destra. Due angeli che reggono velari sono adagiati sulla cornice di coronamento.

Per la storia annotiamo che prima del 1813 l’altare era dedicato a S. Elisabetta[1].


[1] Archivio Storico Diocesano Lecce, S. Visita di Mons. Alfonso Sozj Carafa 1753, Fondo S. Visite, busta XXXI, fascicolo 148 bis, [carta 1 verso].

 

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